giovedì 3 gennaio 2013

Io e Lei




 In un giorno di solo cocente mi trovavo da solo in mezzo alla natura, e cercavo disperato una fontanella, ferendomi le zampette sulle pietre aguzze e strappandomi la bianca pelliccia nei rovi. Nessun  negozio intorno, né un cinema, né un teatro, né un tram o un taxi a pagarlo oro. In quella campagna desolata incontravo solo strani tipi che ho visto disegnati sulle buste dei miei croccantini: conigli, agnelli e polli, senza riso né crusca né verdure liofilizzate nelle vicinanze, che si rincorrevano liberi, come facciamo io la Lilli al parco.

 All’improvviso, ho urtato un enorme peloso senza guinzaglio che, ringhiando feroce, mi si è avventato contro,  e per sfuggirgli sono scivolato in un crepaccio: gridavo aiuto, ma non riuscivo ad abbaiare e precipitavo, muto e disperato, sempre più giù.

Finalmente ho aperto gli occhi, e una gioia infinita ha invaso il mio cuore: ero disteso nella mia cuccia morbida, tra le confortevoli mura della mia casetta, mentre il computer di Lei ringhiava inceppato. Fuori dalla finestra, tutto era rosso tramonto, le macchine e i bus brontolavano allegri e già si accendevano le prime le luci delle strade, dei negozi e dei monumenti della mia splendida città, che tutti chiamano l’Eterna. Eppure mi hanno detto che una volta, al posto della mia casa, tutto qui intorno era campagna, e al solo pensiero mi vengono ancora i brividi.

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